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Il BMI più alto diminuisce i tempi di guarigione delle lesioni
Approfondimenti medici - 07/07/2017
i risultati di uno studio dell'Ohio State University
Un’equipe scientifica attiva presso l’Ohio State University ha trascorso tre anni a studiare la correlazione tra fratture frutto di stress e il tempo necessario agli atleti che le subiscono per tornare a praticare attività agonistica, nello specifico a correre. I ricercatori hanno scoperto che più è basso il BMI, più tempo si impiega a guarire. Lo studio in questione si è concentrato in particolare su 24 fratture di tibia in 18 donne. I ricercatori hanno preso in considerazione il grado delle fratture da stress utilizzando il sistema K – M, un metodo univoco che prende in considerazione sia le prove radiografiche, sia i dati clinici.
Il grado I è una reazione di stress che appare solo sui risultati radiografici e non provoca dolore. Il grado V è ovviamente il massimo. Il Dottor Timothy Miller, uno degli autori dello studio, ha ricordato che queste condizioni, in molti casi, vengono trascurate dai pazienti. Questo porta alla necessità d’interventi chirurgici per la riparazione. Il gruppo di ricerca di Miller ha dimostrato che il tempo medio per tornare in attività tra coloro i quali avevano subito una frattura di grado V è stato di 17 settimane.
Per il grado II e il III, invece, si parla di circa 13,7 settimane. I ricercatori hanno anche riscontrato che le donne con un BMI inferiore a 19 avevano un rischio maggiore di sviluppare fratture. Miller afferma che c’è un diffuso problema tra i corridori collegiali femminili. Il suddetto riguarda la convinzione che sia vera l’equazione più leggero = più veloce.
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