Osteoartrite: prevenire la carenza di molecole chiave può ritardare la necessità di sostituzioni articolari



Approfondimenti medici - 07/07/2017

i risultati di uno studio statunitense


L’osteoartrite è la forma più comune di artrite, un termine comunemente usato per definire un processo degenerativo delle articolazioni che può provocare molto dolore e risultare potenzialmente invalidante. Uno studio recente, condotto da un’equipe del NYU Langone Medical Center di New York e pubblicato sulla rivista Nature Communication, ha portato alla luce come iniettare molecole di adenosina nelle articolazioni possa prevenire l’insorgenza dell’osteoartite nei ratti.
L’osteoartite colpisce più spesso le anche, le mani e le ginocchia e deriva dalla graduale usura e dalla rottura della cartilagine che ammortizza l’estremità delle ossa nella giuntura. La degenerazione della cartilagine nell’osteoartrite progredisce lentamente e, con il passare del tempo, i gonfiori diventano dolorosi e rigidi.
In alcuni casi, l’osteoartrite è in grado di ridurre notevolmente i movimenti, impedendo alla persona che ne soffre di condurre una vita normale. Il nuovo studio riguarda, come già ricordato, l’attività di una molecola nota con il nome di adenosina. Il suo ruolo è essenziale per la funzione cellulare e, come dimostra la ricerca, è importante per il mantenimento della cartilagine.
Lo studio si è concentrato nello specifico sul ruolo dell’adenosina nel mantenimento di una dose ottimale di condrociti. L’equipe che ha gestito lo studio ha notato che i livelli di adenosina all’interno e all’esterno delle cellule sono strettamente controllati da stress cellulari e consumo di ossigeno.
Una delle altre scoperte importanti dello studio riguarda il fatto che la riduzione dei condrociti, e quindi il maggior rischio di osteoartrite, è guidata non solo dai bassi livelli di adenosina, ma anche dalla carenza di proteine note come adenosina a2a recettori.


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