Da Pittsburgh un progetto all’avanguardia per contrastare gli effetti dell'artrosi



Approfondimenti medici - 12/05/2014

La stampa 3D nel mondo dell’ortopedia


La stampa 3D può portare un contributo significativo al mondo dell’ortopedia e a i suoi progressi chirurgici?

A questa domanda ha provato di rispondere un gruppo di ricerca dell’Università di Pittsburgh attraverso la creazione di un chip ideato con l’obiettivo di contrastare uno dei principali effetti dell’artrosi: la degenerazione della cartilagine e dei suoi tessuti.
Una mix tra fattori di crescita, cellule staminali del paziente e una sostanza neutra come sostegno da utilizzare come materiale di partenza per lo stampaggio 3D di cartilagine: questo l’esito del lavoro del gruppo di ricerca guidato da Rocky Tuan, vice presidente del dipartimento di chirurgia ortopedica della scuola di medicina dell’Università di Pittsburgh.

La ricerca del Professor Tuan e del suo team ha avuto come obiettivo la ricostruzione della cartilagine danneggiata dai processi artrosici, il tutto attraverso l’ausilio di una stampante 3D, con lo scopo finale di superare il problema della limitata durata temporale delle protesi articolari, che necessitano di ovvie revisioni e anche di sostituzioni.
Il Professor Tuan e la sua equipe hanno presentato i primi risultati del lavoro durante l’ultima edizione dell’Experimental Biology, svoltasi a San Diego dal 26m al 30 aprile 2014, esplicitando l’intenzione di utilizzare un catetere per stampare la cartilagine nei punti precisi in cui ha subito processi di deterioramento.

Il progetto è stato per ora testato solo su animali e i risultati clinici sono comunque materiale utile per studiare ancora meglio i percorsi di degenerazione cartilaginea che contraddistinguono l’artrosi.


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