Immagini 3D delle ossa senza esporre i pazienti ai raggi X: i risultati di uno studio irlandese



Approfondimenti medici - 26/10/2016


Un’equipe scientifica attiva presso il Trinity College di Dublino ha individuato una tecnica di scanning rivoluzionaria, che permette di avere immagini 3D delle ossa evitando che i pazienti rimangano esposti per troppo tempo alle radiazioni provenienti dai raggi X.
I chimici del team hanno attaccato composti luminescenti a strutture in oro attratte da superfici ricche di calcio, che compaiono quando le ossa si danneggiano anche con micro lesioni.
Questi agenti bersaglio consentono agli studiosi di ricavare un’immagine completa delle zone danneggiate. Questa tecnica potrebbe avere delle implicazioni molto interessanti per il settore sanitario, per il semplice fatto che è utile per diagnosticare la resistenza ossea e fornire un piano dettagliato della portata e del posizionamento delle singole lesioni.
La conoscenza di questi dati potrebbe, in alcuni casi, aiutare a prevenire la necessità d’impianti ossei e agire come sistema di allarme per chi è a rischio di malattie ossee degenerative, come appunto l’osteoporosi.
La ricerca in questione, che come poco fa ricordato è frutto del lavoro di un team del Trinity College, è stata pubblicata sulle pagine della rivista Chem.
Secondo quanto affermato dalla dottoressa Esther Surrender, i nanoagenti utilizzati sono molto simili ai mezzi di contrasto che vengono impiegati per le risonanze magnetiche all’interno della clinica, e quindi rappresentano un vero e proprio nuovo mezzo di diagnosi, efficace grazie soprattutto alla sostituzione dell’europio con lo ione gadolinio, che consente una sintonia con l’attività della risonanza magnetica.


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